Splendor Solis - Il Terzo Trattato - Seconda Parabola

Figura VI: L'Altra Parabola - Illustrazione tratta dallo Splendor Solis di Solomon Trismosin.
Figura VI: L'Altra Parabola
Illustrazione tratta dallo Splendor Solis di Solomon Trismosin.

Solomon Trismosin: Splendor Solis, Terzo Trattato - Seconda Parabola.
Traduzione dalla versione inglese a cura dello PsyClub.

L'Altra Parabola

HERMES, il Primo Maestro di quest'Arte, dice quanto segue: "L'Acqua dell'Aria, che si trova tra il Cielo e la Terra, è la Vita di ogni cosa"; infatti, per mezzo della sua Umidità e del suo Calore, è il mezzo tra i due opposti, quali Fuoco ed Acqua, e perciò piove acqua sulla terra, il Cielo si è aperto, e ha inviato la sua Rugiada sulla terra, rendendola dolce come il miele, e umida. Perciò la Terra fiorisce e porta fiori e frutti dai molteplici colori, e al suo interno è cresciuto un grande albero dal fusto d'argento, che si estende fino alla superficie terrestre. Sui suoi rami si sono posati molti tipi di uccelli, tutti partiti all'Alba, quando la Testa del Corvo è diventata bianca. Lo stesso albero porta tre tipi di frutti. I Primi sono le Perle più fini. I Secondi sono chiamati dai Filosofi TERRA FOLIATA. Il Terzo è l'Oro più puro. Quest'Albero ci dà anche il frutto della Salute, rende caldo ciò che è freddo, e ciò che è freddo lo rende caldo, ciò che è secco lo rende umido, e rende umido ciò che è secco, ammorbidisce il duro e indurisce il morbido, ed è il fine di tutta l'Arte. A questo proposito, l'autore de "Le Tre Parole" dice: "Le Tre Umidità sono le Parole più preziose dell'intera Maestria". Lo stesso dice GALENO, quando parla dell'erba LUNATICA o BERISSA. La sua radice è una terra metallica; ha un gambo rosso, macchiato di nero, cresce facilmente e si decompone facilmente, e ottiene Fiori Citrini dopo tre giorni; se viene messa nel Mercurio, si trasforma in Argento perfetto, e questo, con un ulteriore decotto, si trasforma in Oro, che poi trasforma cento parti di Mercurio in Oro finissimo. Di quest'albero parla VIRGILIUS, nel sesto libro dell'AENEIDE, quando racconta una favola, di come AENEAS e SILVIUS si recarono presso un albero, che aveva rami d'oro, e ogni volta che uno spezzava un ramo, un altro cresceva al suo posto.